"Incontro / Dibattito" Dott Antonello Perricone e Dott Massimo Gaggi

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Descrizione

È una crisi allargata e multiforme quella dell’editoria, e diventa tema del dibattito condotto da Antonello Perricone, amministratore delegato e direttore generale dell’RCS MediaGroup, e da Massimo Gaggi, editorialista e corrispondente del Corriere della Sera da New York nonché coautore, insieme a Marco Bardazzi, del libro ‘L’ultima notizia. Dalla crisi degli imperi di carta al paradosso dell’era di vetro’.
I dati raccolti negli ultimi 5 anni negli Stati Uniti parlano di un volume di carta stampata calato del 40%, di numero di copie vendute che da 63 passa a 43 milioni e di un fatturato pubblicitario decrescente: dai 47 miliardi di dollari del 2002 ai 36 del 2009.
Per completare l’immagine, Chronicle e Los Angeles Time paventano la bancarotta e il New York Times fronteggia la ristrutturazione del proprio organico con drastiche riduzioni.
Del resto, proprio il suo editore Arthur Sulzberger, con quello che più che una previsione risuonava come un anatema, dichiarò tempo fa ‘I giornali? Come il Titanic’.
“Tre anni fa l’Economist ha pubblicato un articolo in cui si sanciva che nel Marzo del 2043 non sarebbe più esistita una sola copia di un qualunque giornale” - dice Perricone.
“L’editoria attraversa una fase di sviluppo e trasformazione ibrida in cui, alla crisi generata dal calo esponenziale dei ricavi pubblicitari, si associa la modificazione sia nella modalità d’uso che nelle abitudini dei fruitori di magazines e giornali.
É una metamorfosi questa, alla quale le nostre attese non tengono il passo ed in cui, circondati da dichiarazioni alla Rupert Murdoch che pontifica su cosa fare da adulti, nessuno può operare inferenze di sorta se non che, dall’autunno del 2010, sarà necessaria una pianificazione orientata verso la qualità della gestione.
Questo implicherà interventi straordinari, nonché duri, da parte dei gruppi editoriali.
Il nostro (RCS), che ha una presenza internazionale, punta sulle nuove tecnologie, i nuovi devices come l’iPad ad esempio, per il quale abbiamo sviluppato un’applicazione dedicata sia del Corriere della Sera che della Gazzetta dello Sport.
Sarà a pagamento e sarà una cosa interessante.
In Spagna esiste già una formula dei nostri quotidiani sul web, una e-edicola, che verrà anch’essa traslata sullo stesso dispositivo.
Proponiamo un nuovo modello di lettura quindi, che accanto ai contenuti classici, tradizionali della carta stampata, associerà video files, così sfruttando le visual characteristics dell’ultima idea di Steve Jobs”.
Assistiamo a quello che Thomas Kuhn chiamava il cambiamento di paradigma a cui una rivoluzione scientifica conduce, ovvero, alla transizione da un modello teorico ad un altro che meglio interpreta la realtà e, scalzando il primo, impone un nuovo linguaggio.
Parafrasando il concetto, si abbandonano gli stili di lettura legati alla carta, per passare a modelli che implicano uno stile di lettura, e quindi di apprendimento, sensorialmente più ricco.
“Il libro L’ultima notizia” – dice Gaggi – “parla di un fenomeno che somiglia ad un cambio di civiltà: i 550 anni di era Gutenberg volgono alla fine ed il mondo della lettura si trasforma”. 

Come diceva Antoine Lavoisier quindi, benché in un altro contesto.
“Abbiamo deciso di scrivere nel 2009, dopo la crisi del 2008, quando è venuta a cadere la presunzione ferrea, chiamata da qualcuno il peccato originale, che il mercato pubblicitario potesse sostenere e alimentare, da solo, l’informazione.
Così, è iniziata una ricerca intensa di nuovi canali di pagamento delle news su mezzi digitali; e questo è diventato il cuore del nostro lavoro.
I problemi di editori e giornalisti sono connessi al cambiamento profondo del mercato.
È cambiata difatti, la sorgente del valore: la fase storica in cui scarsità ed accesso limitato aumentavano il valore all’informazione, ha subito una metamorfosi, conducendo ad un’epoca di moltiplicazione delle fonti e di offerte pressoché illimitate.
Certo, si potrebbe discutere del rumore di fondo che questo crea su qualità e autorevolezza dell’informazione, o sul conseguente disorientamento del lettore ma, assumendo la prospettiva del mercato, non si può non prenderne atto.
Sono constatazioni evidenti, quindi necessarie.”
Come lo sono quelle legate al cambiamento del nostro costume di vita, fagocitare il massimo del contenuto nel minor intervallo di tempo che, a sua volta, cambia i nostri comportamenti e i meccanismi di apprendimento, cambiando la neural network del cervello.
Ma questa è semplicemente la dimostrazione della sua neuroplasticity, di come il cervello, duttile come l’oro, si adatta e muta risuonando ai differenti stimoli dell’ambiente. Compreso l’iPad.
“Sono convinto” – conclude Gaggi – “che la carta stampata non sparirà completamente, benché mi domandi quale sia il punto di fuga, ovvero la soglia sotto la quale continuare a produrre giornali di carta diventerà troppo costoso.”
Forse, uno dei lussi del futuro, un lusso intellettuale, sarà poter sentire il profumo delle pagine di un libro di carta, pagine da accarezzare con le dita.

Anna Maria Sanna