"Concertazione e deroga su 35 ore" - Dott G. Fossa

-
Relatori
Descrizione

L'Italia dovrebbe guardare al modello britannico per affrontare i problemi di occupazione e sviluppo, puntando alla flessibilita' del mercato del lavoro e aprendo a una deroga su un eventuale legge per le 35 ore ma anche recuperando i valori della concertazione. A sostenerlo e' il presidente della Confindustria Giorgio Fossa che concorda con Gianni Agnelli sul modello britannico come ''sistema per stimolare la competitivita''', anche se forse non e' tutto oro quel che luccica, e come via per affrontare il ''nodo centrale dell'occupazione attraverso la flessibilita'''. Se l'Italia e' arrivata al ''traguardo di partenza'' dell' euro con gli sforzi degli ultimi anni, ha detto oggi Fossa a Londra, ''molto deve ancora fare per ammodernare la struttura pubblica e recuperare il ritardo strutturale'' e rimanere cosi' nel gioco dell'integrazione europea che accelera i cambiamenti. I parametri su crecita del pil, tassi d'interesse e riduzione della disoccupazione, ha rilevato Fossa a un incontro con uomini d'affari italiani e della City organizzato dal Business Club Italia, ''sono ottimisti, sono possibili ma sara' difficile raggiungerli tutti insieme e in breve tempo''. Ci si illude invece credendo che incentivi speciali possano creare i 700.000 posti di lavoro promessi che possono essere creati solo dalla

I cambiamenti prenderanno tempo ma ''non devono passare attraverso manovre correttive'', ha detto ancora Fossa, per puntare invece a stimolare la competitivita' di tutto il sistema industriale. Fine che stride con l'ipotesi di una settimana lavorativa di 35 ore e c'e' da sperare in merito che ''non si arrivi all'ultima spiaggia del referendum''. Questo opporrebbe la visione di Rifondazione Comunista a quella del Fondo monetario internazionale. ''Speriamo venga respinta'' la proposta di legge del governo, ha osservato Fossa, altrimenti il referendum ''che potrebbe anche favorire la compagine di governo'' si potrebbe evitare ''solo introducendo una deroga'' che permetta alle singole aziende di contrattare con i sindacati orari di lavoro anche piu' estesi. L'impianto industriale italiano fondato sulle piccole e piccolomedie imprese e' sano e ''rappresenta un modello studiato nel mondo'' ha osservato Fossa, ma va modernizzato e i cambiamenti devono ruotare intorno a una minore pressione fiscale, ''essenziale ora che non c'e' piu' la svalutazione'' per compensare le carenze competitive del sistema industriale. ''Il governo - sempre secondo Fossa - ha mostrato buona volonta' ma al suo interno c'e' una componente contro le imprese e la modernizzazione'' facilmente identificabile a volte con il

''Non ci saranno veri cambiamenti comunque - sempre secondo Fossa - senza la riforma dello stato sociale''. Ovvero affrontando il nodo delle pensioni per ridurre la spesa pubblica e con questa il disavanzo, sapendo che i tagli alle pensioni ''potrebbero essere anche solo per qualche anno''. Per stimolare la crescita ''bisogna legare le privatizzazioni - ha indicato Fossa - alla liberalizzazione'' per trasparenza e per non favorire politiche monopolistiche. In tal modo si potra' anche andare oltre il ''nanismo cui la politica ha costretto'' gli imprenditori e rimanere al passo con la globalizzazione e l'euro, combattendo nel contempo la disoccupazione. Sulla flessibilita' necessaria per stimolare il mercato del lavoro c'e' del disaccordo ''che con il tempo e il dialogo si potrebbe pero' appianare'' con i sindacati i quali ''si trovano oggi piu' vicini a noi di tante altre forze politiche'', ha sottolineato Fossa tornando anche sul sostanziale accordo esistente fra Confindustria e sindacati sulle questioni delle 35 ore, della liberalizzzazione e del sistema della concertazione. ''Le regole della concertazione vanno riscritte'', sempre secondo Fossa, perche' coinvolga anche il governo mettendolo in sinergia con i rappresentanti delle imprese e dei lavoratori dopo ''aver deragliato'' tante volte.