"Euro: Prepararsi Modernizando Imprese" - Emma Marcegaglia

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LONDRA, 5 DIC - Il 'sistema Italia' deve prepararsi fin d'ora all'euro ormai all'orizzonte, avviando un ''profondo processo di modernizzazione'' culturale e di struttura. Solo cosi', ha detto oggi a Londra la presidente dei Giovani industriali Emma Marcegaglia, si potranno sfruttare appieno i vantaggi della moneta unica permettendo alle imprese di sostenere la concorrenza e muoversi in sintonia col mercato

Il riassetto della finanza pubblica che sta aprendo la via all'euro, ha rilevato Marcegaglia parlando a una colazione del Business Club Italia nel cuore della City, e' solo la premessa per ''una lunga strada ancora da percorrere''. Di qui ''l'urgenza di una riflessione su tutte le possibili implicazioni''.

Se l'obiettivo euro e' primario non basta accontentarsi dei benefici derivanti da calo dei tassi d'interesse e politica di convergenza, ne' della sicurezza data dalla credibilita' della lira nonostante una politica monetaria restrittiva, stando a Marcegaglia, ma bisogna saper cogliere i vantaggi offerti dall'esistenza stessa del mercato europeo e dal suo consolidamento che arginano timori di svalutazione e favoriscono una crescita stabile e senza inflazione. Bisogna cioe' ''puntare alla qualita''' stando in guardia contro una burocrazia europea ''a volte peggio di quelle nazionali'' ancora protettiva in alcuni settori, sapendo che ''l'euro risolvera' molti problemi ma non tutti, mentre s'impone un'evoluzione del modello occidentale europeo''.

Ridimensionare il peso sociale sulla spesa pubblica nel rispetto della giustizia sociale non basta, ha chiarito Marcegaglia, ma bisogna piuttosto favorire la flessibilita' nel mercato del lavoro e un allentamento delle pressioni fiscali, resistendo peraltro alla tentazione ''assolutamente negativa'' delle 35 ore come norma. Londra al riguardo e' piu' avanti, pur essendo politicamente piu' lontana dall'euro rispetto all'Italia dove invece, come del resto in Francia e Germania, permangono certe rigidita'.

L'euro, ha sottolineato Marcegaglia, portera' problemi alle imprese finora protette dal settore pubblico, anche solo come fornitori, e alle economie con forti divari regionali come accade in Italia dove ''al sud servono soluzioni coraggiose'' imperniate proprio su occupazione flessibile e agevolazioni fiscali.

Le aziende italiane rimangono perlo piu' ad alta intensita' di lavoro e bassa tecnologia ma non per questo, nemmeno le piccole, mancano di competitivita'. Certo diventa ''primario investire su qualita' e innovazione, anche tecnologica, comunque sul valore aggiunto, e sulla ristrutturazione finanziaria''. Ma qui emergono le carenze di un sistema con scarse interfacce tra aziende e centri di studio o universita' e senza stimoli fiscali per la ricerca. ''Dove si comincia a capire ora l'importanza della trasparenza nella gestione d'impresa ma dove ancora si preferisce il debito al capitale a rischio'' e dove ''il sistema politico lascia ai partiti troppo potere d'interdizione''.