"Incontro / Dibattito" - C.T. Marcello Lippi
Il calcio come straordinario veicolo di comunicazione aziendale, i mondiali in Germania come occasione promozionale di assoluto prestigio: soprattutto se in squadra si ha un ''genio come Cassano''. Questi i temi affrontati nell'incontro londinese tra i responsabili del marketing della nazionale italiana e diverse realta' imprenditoriali britanniche, con il ct Marcello Lippi nell'insolita veste di testimonial. E di difensore dell'immagine del suo gruppo azzurro, in primo luogo di Cassano e poi anche di Totti. ''Attorno alla sua persona si e' creata la convinzione esagerata che sia un delinquente'', ha detto il ct. Organizzata da Business Club Italia la colazione nella City e' stata l'occasione per PubliEurope, advisor della Figc nella gestione dei diritti commerciali e di marketing per quadriennio 2003 - 2006, per promuovere il brand Italia. E in questo momento, a detta di Lippi, il nome piu' spendibile e' quello di Cassano. ''Per puntare in alto in un Mondiale - ha detto il ct azzurro - non puo' fare affidamento solo su compattezza e forza di squadra, serve anche il genio di un singolo, quella creativita' che pochi giocatori hanno. Ad esempio Cassano''. I paragoni con il passato azzurro sono illustri: ''In precedenza l'Italia ha avuto Roberto Baggio e Alessandro Del Piero, il Brasile ora ha Ronaldinho e Kaka', e l'Argentina Tevez. Cassano ha giocato poco nella mia nazionale perche' infortunato: ma sin dalle qualificazioni conto di poter fare affidamento sui suoi colpi, sulla sua inventiva. Una nazionale ha bisogno di sette undicesimi solidi, e due o tre giocatori capaci di risolvere la partita in qualsiasi momento''.
Intanto, l'obiettivo di marketing entro il 2006 e' aumentare il numero di partner dell'Italia, trovando - non necessariamente in Italia - un terzo ''main sponsor'' (oltre agli attuali Tim e Puma) e altri due fornitori, in aggiunta ad aziende come Antonio Amato, Beretta, Dbtel, Ferrero, Fujifilm, Le Marmotte, Peroni, Silver Cross, Uliveto. Di fronte alle perplessita' di chi sottolineava il sospetto che alcuni azzurri godano di cattiva fama all'estero (con riferimento al caso Totti) - e conseguente danno d'immagine per le aziende partner - il Ct si e' schierato dalla parte dei suoi ragazzi: ''Alleno un gruppo di ragazzi educati e rispettosi con importanti qualita' tecniche e psicologiche. (Totti) ha > sbagliato, lo sa anche lui, ha commesso un errore, ma attorno alla sua persona si e' creata la convinzione sbagliata che sia un delinquente. Un'esagerazione. Di recente ho partecipato ad una riunione in Svezia tra commissari tecnici e arbitri. E anche li' si parlava di Totti in una certa maniera. Mi sono sentito in dovere di intervenire, perche' conosco il ragazzo. Francesco e' molto timido, ma sensibile, per bene. Certi problemi ci sono sempre stati, ma io preferisco non creare alibi ai miei giocatori. Preferisco allenare un gruppo che abbia coscienza dei propri sbagli che non cercare altrove giustificazioni per i nostri errori''.
Nonostante si auguri di restare a lungo sulla panchina azzurra, Lippi non dribbla la domanda sul suo futuro: ''Dopo quasi 10 anni alla Juventus, ormai sono identificato con quella squadra e me ne accorgo quando vado in giro. Dopo la nazionale vorrei tornare ad allenare un club, ma non in Italia, non potrei andare in un'altra squadra della serie A. Mi piacerebbe un'esperienza all'estero, in Spagna o in Inghilterra. Purtroppo non conosco abbastanza bene l'inglese, e non credo funzioni parlare ai giocatori attraverso l'interprete''.(ANSA).