"Incontro / Dibattito" - Luigi Spaventa
Le ragioni del Fondo Liverpool in merito al ricorso presentato contro la fusione Olivetti-Telecom non sono ''fondate''. Lo ha dichiarato oggi il presidente della Consob, Luigi Spaventa, a margine di un intervento tenuto questa mattina al Business Clun Italia di Londra. Come noto, ieri l'Authority per la Borsa ha espresso parere negativo sul ricorso sottolineando che le motivazioni verranno rese note la prossima settimana. Questa mattina, Spaventa non e' entrato nel merito della decisione, ma ha affermato: ''Non ritenevamo fondate le ragioni addotte dal Fondo Liverpool''. Il presidente della Consob si e' quindi rifiutato di anticipare i motivi della decisione: ''Su questo io devo essere riservato perche' le motivazioni le daremo la prossima settimana - ha dichiarato -. Per i giudici si aspetta anche dei mesi per avere le motivazioni, noi le diamo la prossima settimana''. E' atteso per oggi, intanto, il parere del giudice Ugo Ferraris, dell'ottava sezione civile del tribunale di Milano, che sta esaminando il ricorso presentato dal Fondo Liverpool. Il fondo chiede di congelare i diritti di voto di Olimpia in Olivetti e quelli di Olivetti in Telecom prima delle assemblee straordinarie di domani sul progetto di fusione.
Imercati finanziari italiani non stanno attraversando ''un momento felicissimo'', ne' sul fronte azionario, ne' su quello obbligazionario: da una parte continua a scendere il numero delle imprese quotate in Borsa, dall'altra il default delle obbligazioni Cirio ''ha ucciso le emissioni di corporate bonds''. E' l'analisi del presidente della Consob, Luigi Spaventa, intervenuto oggi al Business Club Italia di Londra sul tema il mercato mobiliare e l'Europa. Spaventa si e' soffermato sui motivi che influiscono sullo spessore del mercato azionario nazionale, ma ha parlato anche del mercato obbligazionario, ricordando che sulla scia del caso Cirio bisognera' ''adeguare i regolamenti per assicurare maggiore trasparenza sulle condizioni di offerta delle obbligazioni''. Anzitutto la Borsa. Premettendo che ''Capuano and company hanno fatto un ottimo lavoro'', ha detto riferendosi all'amministratore delegato di Borsa Italiana, Massimo Capuano, ''il mercato italiano e' un mercato di buona qualita' tecnica, ma di men che mediocre successo''. Il mercato ''tecnicamente e' a posto, funziona bene e abbiamo degli spread molti bassi - ha infatti spiegato -. Tuttavia, gia' avevamo un numero basso di imprese quotate e questo fenomeno di delisting sta continuando: persiste una bassissima propensione delle imprese alla quotazione''. Si tratta di una situazione comune ''ovunque dopo questi anni orribili, come
direbbe la regina d'Inghilterra - ha osservato Spaventa - ma in Italia questa mancanza di desiderio di quotarsi e' pronunciata''. Alla base di questo fenomeno, ''ci sono fattori congiunturali'', ma anche ''motivi strutturali
connessi con le caratteristiche delle imprese italiane''. Le imprese quotabili ''sono piccole, operano in settori tradizionali e quindi non hanno bisogno di soldi per investire in ricerca e sviluppo - ha spiegato -. Stanno bene come stanno e non hanno ne' bisogno, ne' voglia di crescere. Quindi non hanno alcun motivo per andare in Borsa. Non mi si dica che mancano di credito e di soldi perche' solitamente ricorrono all'autofinanziamento, alla grande''. Spaventa ha fatto poi il punto sul mercato obbligazionario, ricordando che ''i risparmiatori, delusi dalla Borsa, si sono massicciamente spostati sulle obbligazioni'', investendo 180 miliardi di euro netti nel quinquennio 1995-2000 e 130 miliardi di euro nel biennio 2000-2002. Si tratta sprattutto di obbligazioni bancarie dove ''normalmente non c'e' il rischio di credito'', ma ci puo' essere quello dei tassi, ha detto.
Tuttavia, la situazione ''diventa un po' piu' complicata'' con le cosiddette obbligazioni strutturate, ''che sono del tutto incomprensibili al risparmiatore...''. Su questo fronte, ''c'e' un problema di trasparenza - ha sottolineato Spaventa-. L'associazione bancaria italiana (ABI) sta provvedendo per suo conto, per la Consob si trattera' di applicare le raccomandazioni del Commettee of European Securities Regulator (Cesar), e adeguare i regolamenti per assicurare maggiore trasparenza sulle condizioni di offerta delle obbligazioni''. In Italia, dunque, ''vi e' un problema di obbligazioni non bancarie'', ha osservato il presidente della Consob. ''Non e' una pagina felice della storia bancaria, anche se il nostro tasso di inadempienza (default rate) e' basso. Noi abbiamo un solo caso di default, la Cirio, mentre se guardiamo ai default di corporate bonds in Gran Bretagna o in Olanda sono molto maggiori''. Tuttavia, le conseguenze del caso Cirio sono ''particolarmente spiacevoli - ha concluso -. Non per il default in se', quanto perche' esso ha ucciso le emissioni di corporate bonds, che io guardo in modo positivo''. Per il ''mercato italiano, quindi, non e' un momento felicissimo. Si stanno assumendo iniziative di regolazione, non sul comparto azionario, ma su quello obbligazionario. Forse e' una nottata che passera', non so quanto sara' lunga, per lo meno sul mercato azionario''. (ANSA).