"Incontro / Dibattito" - On. Michele Vietti e Dott. Giampaolo Russo

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Descrizione

Il caso Parmalat non ha certamente fatto bene all'Italia, ma e' un'eccezione in un sistema Paese sostanzialmente sano: il Governo e' convinto che le regole vanno adeguate, ma e altrettanto convinto che anche la migliore regola del mondo puo' essere violata quando c'e' una volonta' dolosa.
Michele Vietti, sottosegretario alla Giustizia e presidente della Commissione per la riforma del diritto societario, ha commentato oggi cosi' lo scandalo Parmalat durante una conferenza stampa tenuta all'ambasciata italiana a Londra per illustrare le linee guida della nuova legge di riforma del diritto societario.
Vietti, il quale in mattinata era intervento sullo stesso tema anche al Business Club Italia, ne ha approfittato per lanciare un messaggio: ''Il nostro sistema di imprese e' un sistema in cui non possiamo generalizzare il caso Parmalat - ha dichiarato -. Sarebbe come dire che negli Stati Uniti, essendosi verificato il caso Enron, tutto e' Enron. Negli Stati Uniti tutto non e' Enron, in Italia tutto non e' Parmalat''.

Certo e', ha proseguito, che ''il caso Parmalat non ha fatto bene al Paese, questo e' poco ma sicuro''. Ma Vietti ha comunque sottolineato che ''ogni mercato porta in se' il rischio della crisi dell'impresa ed anche il rischio di una crisi che non sia solo ordinaria, ma sia frutto di un'alterazione dolosa del mercato, come e' certamente il caso Parmalat''.
Il Governo, quindi, e' ''convinto che la Parmalat sia un'eccezione in un sistema paese che e' sostanzialmente sano, in un sistema paese che e' fatto di imprese che non truffano il mercato''. Le regole, ha proseguito, ''vanno adeguate, ma siamo altrettanto convinti che anche la migliore regola del mondo puo' essere violata quando c'e' una volonta' dolosa, c'e' una volonta' di truccare le carte, c'e' una volonta di commettere reati''.
Dunque, ha sottolineato Vietti, era ''necessario reagire: lo abbiamo fatto con il nuovo diritto societario, lo stiamo facendo con il provvedimento sulle autorita' di controllo''. Su quest'ultimo fronte, ieri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha rinviato a martedi' prossimo la decisione del Governo sul Ddl per la tutela del risparmio.
''Mi pare che da parte del Governo ci sia la volonta' di fare presto - ha osservato Vietti -. Credo che lo stesso voglia fare il Parlamento. Ci sono interessanti dichiarazioni di disponibilita' anche da parte dell'opposizione. Spero che di fronte a questa emergenza si verifichi una proficua convergenza di tutti i protagonisti istituzionali per dare una risposta che sara' tanto piu' efficiente quanto piu' tempestiva''.

Ma quali controlli servono per evitare futuri casi Parmalat? ''Noi siamo gia' intervenuti con la riforma societaria e interverremo tempestivamente con questo provvedimento del Governo sulla vigilanza per evitare che, non dico non capiti mai piu' un caso Parmalat perche' questo probabilmente e' fuori delle nostre possibilita', ma perche' sia reso il piu' difficile possibile che si verifichi un caso Parmalat'', ha dichiarato il sottosegretario alla Giustizia. In seguito al caso Parmalat, ha poi spiegato, ''il Governo sta intervenendo sui controlli esterni, riorganizzando le autorita' di vigilanza, e sui controlli interni, introducendo una serie di regole soprattutto sulle incompatibilita' delle societa' di revisione''.
Su quest'ultimo punto, secondo Vietti ''c'e' un problema di controlli interni che deve vedere un intervento che stabilisca piu' rigide incompatibilita' tra la funzione di revisione e certicazione e la funzione di consulenza''. Le societa' di revisione, insomma, ''devono essere veramente terze rispetto alle imprese che certificano e dunque bisogna rompere qualunque interferenza rispetto ad altre attivita' che non siano quelle di stretta revisione contabile''. Vietti ha infine ''escluso'' che il caso Parmalt possa avere ricadute sul sistema politico italiano. ''I nomi che sento mi sembrano francamente appartenere ad un'altra era della politica - ha detto riferendosi ai nomi di alcuni politici che sarebbero stati citati dall'ex direttore finanziario del gruppo di Collecchio, Fausto Tonna - e quindi escludo che possano esserci ricadute sul nostro sistema politico attuale''.(ANSA).