"Incontro / Dibattito" - On.le Luciano Violante
RIFORME: VIOLANTE, ''MASSIMO DEI POTERI AI COMUNI''
''Massimo dei poteri ai comuni'': per l'Italia Luciano Violante auspica un federalismo ad hoc, radicato nella storia piu' profonda del paese, con ampissimi spazi di liberta' amministrativa riservati alle citta'. ''Da noi - ha detto oggi il presidente della Camera durante un incontro-dibattito al ''Business Club Italia'' di Londra - lo Stato ha circa centoquarant'anni, le regioni nemmeno trenta e i comuni piu' di mille. Questo e' il dato italiano. Siamo una terra di comuni''.
A giudizio di Violante la soluzione non sta in un trasferimento dei poteri ''da Roma verso Bologna, Venezia, Torino e gli altri capoluoghi regionali'' e va in particolare evitato il modello regionale siciliano, ''il sistema piu' accentratore e centralista che ci sia in Italia, molto piu' del governo centrale''. In Sicilia le province erano state costruite come ''federazioni di comuni dal basso'' ma sono diventate ''articolazioni del potere centrale e sviluppano un loro centralismo sui comuni''. ''Va invece costruito un sistema federale dove si dia il massimo dei poteri ai comuni e poi di li' si costruisca verso l'alto. Ecco il federalismo che corrisponde a noi'', ha indicato Violante.
Violante l'elezione diretta del sindaco ha aperto la strada e non a caso ''le strutture che oggi funzionano meglio in Italia sono i comuni'', grazie al rapporto di responsabilita' diretta tra la gente e il primo cittadino. Di federalismo (con l'avvertenza che al momento i progetti non sono ancora ben definiti e in Parlamento esiste soltanto una ''maggioranza di opinione'' sul fatto che giustizia, difesa e politica estera rimangano appannaggio di Roma) Violante ha parlato durante un'analisi di piu' vasto respiro sulla modernizzazione politica di questi anni in Italia. E ha ancora una volta insistito sulla necessita' di profonde riforme costituzionali, con uno Stato che dovrebbe cambiare in toto la sua filosofia smettendola di trattare i cittadini ''pericolosi soggetti'' da tenere sotto controllo e aiutantoli invece a vivere. Per il presidente della Camera le riforme costituzionali dovrebbero diventare un tema dominante nella seconda parte del '99 (dopo un primo semestre ''pesante e complesso'' a causa di numerosi e cruciali appuntamenti, tra cui l'elezione del presidente della Repubblica) ma a dispetto del fallimento della Bicamerale non richiedono comunque il ricorso ad un'assemblea costituente.