"Incontro / Dibattito" - On. Rocco Buttiglione
Gli obiettivi dell'agenda di Lisbona, per competitivita', innovazione ed occupazione, sono lontani dall'essere raggiunti, e per cambiare questa situazione e ridurre il divario con gli Usa occorre che l'Europa si muova piu' in fretta verso una politica economica comune, nell'ambito della quale ci sia una ''conduzione politica'' del patto di stabilita'. Lo ha detto il ministro per le politiche comunitarie Rocco Buttiglione, intervenendo a una colazione del Business Club Italia stamani a Londra.
Buttiglione, il cui intervento era intitolato ''Agenda di Lisbona: competitivita' e coesione quale premessa per la crescita sostenibile'', ha affermato che ''la riforma del patto di stabilita non puo' essere slegata dai temi dell'agenda di Lisbona. Serve un sistema flessibile ed una conduzione politica del patto. Cio' non comporta uno stravolgimento dello stesso, ma regole di flessibilita' interne al patto''. Per Buttiglione, quando si supera la soglia del 3%, bisogna inserire questo evento nell'ambito delle politiche attuate da un governo, in particolare per quel che riguarda la ricerca e gli investimenti per l'occupazione.
Il ministro si e' poi soffermato sul capitolo cruciale della ricerca, affermando che in Italia non c'e' un problema di stanziamenti statali, che sono in linea con la media Ue, ma di quelli dei privati: ''Questo dipende dalle dimensioni delle nostre aziende, troppo piccole - ha detto - In Germania, ci sono quelle sei-sette grandi aziende che quando fanno ricerca, la Germania fa ricerca. Occorre aiutare le piccole imprese a mettersi insieme per fare ricerca''. Per il ministro, inoltre, la ricerca di base dev'essere su scala europea, perche' non ci sono le basi per farla su scala nazionale. In questo ambito, ha ricordato, resta cruciale l'approvazione, troppo spesso rimandata, del brevetto europeo. In ambito di politiche europee, Buttiglione ha osservato che e' inevitabile che l'Europa esca da alcuni settori produttivi, perche' i costi del lavoro non sono competitivi. Ma per fare questo, ha notato, ''occorrono politiche europee di settore, che per migliorare la competitivita' diano un sostegno intelligente per uscire da un settore. E occorre usare il mercato interno Ue, che e' il maggiore del mondo''. Buttiglione ha fatto l'esempio dell'agricoltura: ''e' meglio moltiplicare la vacche o gli investimenti per la competitivita'? Serve per questo una politica che ci faccia uscire dal semplice sostegno, politica non legata alle quantita'. Per questo il sistema di Lisbona, quello del coordinamento aperto, non e' sufficiente. Serve una politica economica comune che ci faccia ridurre la distanza con gli Usa''.
Gli americani ''sbagliano'' e ''gli europei li aiutano a sbagliare'' in alcune scelte di politica estera: lo ha detto il ministro per le politiche comunitarie Rocco Buttiglione parlando al Business Club Italia a Londra. Per Buttiglione, non e' utile ''mettere solo i bastoni tra le ruote'' degli americani, ma a problemi reali occorre fornire soluzioni. ''Serve un passo dalle due parti - ha affermato il ministro - Gli Usa devono capire che solo la forza militare non basta a raggiungere la pace. La pace si raggiunge solo con soluzioni accettabili per tutti. Devono capire i limiti del oro potere''. ''Dal canto suo, l'Europa deve capire che la guerra al terrorismo e' un problema anche nostro. Dopo l'11 settembre, gli Usa si sentono in guerra contro il terrorismo, l'Europa no. Serve che l'Europa capisca il pericolo del terrorismo e della proliferazione nucleare, e offra soluzioni. Per questo occorre una politica estera europea piu' forte. Serve piu' Europa per avere un'America migliore'', ha notato il ministro, ricordando a questo proposito l'esempio di Alessandro Magno e del nodo gordiano: ''Alessandro, visto che nessuno scioglieva il nodo, che avrebbe garantito a chi ci riusciva il dominio dell'Asia, l'ha tagliato. Ma i nodi si sciolgono, non si tagliano. Se noi non sciogliamo i modi, gli americani vanno avanti per conto proprio e tagliano il nodo. Alessandro conquisto' l'Asia, ma mori' giovane e il suo impero' crollo' dopo pochi decenni''.
(ANSA).