"LIMITI E PROSPETTIVE DELL'ECONOMIA ITALIANA" TAVOLA ROTONDA

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Descrizione
Prof Giovanni MagnificoDocente Università Luiss, Roma,Guest SpeakerGiorgio RadaelliEconomistaLehman BrothersDerek ScottEconomistaBZWMarco PianelliEconomistaNomuraPaul HammettEconomistaBanke ParibasProf Antonio Martino Ospite d'Onore"L'Italia non vive al di sopra dei propri mezzi, la ricchezza privata è notevole, la gente è parsimoniosa ed il debito pubblico è in grandissima parte detenuto dagli stessi italiani".

Così si è espresso il Prof Antonio Martino che ha anche lasciato intendere che una via d'uscita ai mali che affliggono il nostro Paese è possibile, purché si metta mano a una drastica riforma del sistema pensionistico e sociale che hanno gonfiato a dismisura la spesa pubblica negli anni '80. Secondo Martino, peraltro, il problema del nostro debito non è di natura gestionale ma "costituzionale" e necessita, per una sua soluzione di una radicale riforma legislativa che argini quei capitoli di spesa che hanno portato tra il 1980 e il 1993 alla creazione del 90% dello stock di debito che gli italiani si trovano attualmente sulle spalle.

Una nota di ottimissmo è peraltro giunta dal Prof Giovanni Magnifico, ex-dirigente della Banca d'Italia e docente all'Università di Napoli e alla Luiss di Roma, secondo il quale non devono essere trascurati i risultati ottenuti negli ultimi anni nel nostro Paese, che hanno portato a un attivo del bilancio primario dello Stato, a un contenimento dell'inflazione ed a un deciso avvio della politica di privatizzazioni. In modo provocatorio Magnifico ha peraltro suggerito che l'Italia rientri al più presto nello SME per dare quel segnale forte di cui i mercati hanno bisogno e costringerci a una maggiore disciplina. Magnifico ha rilevato che ai tempi dell'entrata nello SME la nostra situazione economica non era molto migliore di quella attuale e che il compito non deve essere ritenuto impossibile.

Le note positive non devono però nascondere le preoccupazioni espresse al Convegno dagli Analisti: Marco Pianelli, della Nomura (secondo cui un ritardo nella soluzione del debito pubblico potrebbe portare ad un crollo della Lira), Giorgio Radaelli della Lehman Brothers, Derek Scott della BZW e Paul Hammett della Paribas Capital Markets. Nessuno ha disconosciuto i buoni dati relativi all'economia reale, ma tutti hanno rilevato l'urgenza dei problemi legati alla situazione della finanza pubblica. Secondo Radaelli misure drastiche sul fronte dei tagli alle spese potrebbero, in fondo, rivelarsi meno dolorose di quanto previsto, con un impatto non drammatico sui livelli occupazionali.

(ANSA)